Periodico dell'Associazione memorie & progetti

 

 
PERCHÉ… PERCHÉ… PERCHÉ… - Creuze maggio 2009
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PERCHÉ… PERCHÉ… PERCHÉ…

Perché il comune di Pieve non organizza la raccolta porta a porta della rumenta? La Regione Liguria punta, entro il 2009, al ritiro “porta a porta” di plastica, carta, vetro, lattine. I cassonetti stradali non sono più adeguati per la raccolta differenziata dei rifiuti e la Giunta Regionale ha varato un primo stanziamento di 1 milione e 800 mila euro destinati ad un gruppo di comuni decisi ad abbandonare la raccolta differenziata stradale per quella a domicilio che consente risultati migliori. Il sistema porta a porta sarà realizzato, con diverse modalità, nei comuni di La Spezia e Santo Stefano Magra, Sestri Levante, Pietra Ligure, Noli e Vado Ligure, Camporosso, Sanremo e Taggia e nei territori della Val di Magra e delle Cinque Terre. L’assessore Franco Zunino ha dichiarato che “la Liguria, in base ai dati 2007, si è attestata intorno al 20% di raccolta differenziata, anche se non mancano alcuni casi di comuni virtuosi che superano il 35%”. Troppo poco, secondo Legambiente, tanto che per meritare il titolo di Comune Riciclone bisogna raggiungere almeno il 40% della raccolta e in Liguria solo quello di Deiva Marina (42,52%) l’ha superato. Prosegue Zunino: “Per consentire un vero progresso che ci consenta di guardare più da vicino gli obiettivi comunitari è indispensabile un ripensamento dell’organizzazione della raccolta differenziata, che con le tecniche attuali non è in grado di superare il limite fisiologico del 30/35%. Per questo abbiamo deciso di destinare la maggior parte delle risorse disponibili per il settore a quegli enti locali che si impegnino a realizzare o quantomeno avviare questa vera e propria rivoluzione nell’organizzazione del servizio”. All’appello hanno risposto comuni già intenzionati a scegliere la strada del porta a porta per i propri rifiuti urbani oppure pronti a sperimentare questa nuova modalità in vista di un futuro utilizzo su più larga scala. Ma non Pieve. Sono stati individuati undici progetti che verranno ammessi a finanziamento. “A corollario del programma è stata inoltre destinata una somma di 250 mila euro per iniziative rivolte alla diminuzione del rifiuto prodotto, ovvero la pratica del compostaggio domestico, per la quale sono stati individuati due progetti significativi di ampia portata a Genova ed Albenga, ed una azione pilota rivolta alla grande distribuzione”. Perché il Comune di Pieve non ha aderito a questa iniziativa? Ci abbiamo almeno provato? Perché continuiamo a pagare una tassa per la raccolta di rifiuti così elevata? Perché non si generalizza il compostaggio?


Perché non viene applicata la legge che tutela il diritto del cittadino ad accedere agli atti amministrativi? Tale legge prevede che il cittadino possa richiedere copia dei documenti dietro pagamento del solo costo del supporto. Noi di memorie & progetti abbiamo chiesto la copia magnetofonica (le cassette per il registratore) del Consiglio Comunale in cui era stata discussa la delibera a favore della variante di Villa Marietta. Si trattava di 5 cassette audio per la durata di circa 5 ore. L’amministrazione ci ha chiesto 82.45 euro, di cui 10 per il costo vivo delle cassette, e i rimanenti 72 euro per il lavoro di duplicazione delle suddette cassette, che è stato quantificato in 14,49 euro l’ora. Ci domandiamo: a parte il fatto che l’applicazione di quest’onere viola la legge sull’accessibilità ai documenti amministrativi, abbiamo pagato trentamila lire l’ora a qualcuno per aver fatto clic alla partenza della cassette e clic alla fine? Compito che comunque rientra nei doveri dell’impiegato addetto? Sarebbe come se ogni volta che si chiede una fotocopia in Comune di un documento accessibile, dovessimo pagare non solo il mero costo della fotocopia ma anche il tempo che la persona impiega a fare la copia. Noi di memorie & progetti abbiamo pagato, ma riteniamo la cosa profondamente ingiusta. Vi faremo sapere se troviamo la strada per farci ridare i nostri soldi.


Perché vi sono numerosi cantieri privi dei regolamentari cartelli? Spesso mancano il cartello con l’indicazione degli estremi dell’autorizzazione dei lavori in corso. Oppure i cartelli esistenti hanno indicazioni incomplete. Forse perché i cantieri aperti sono troppi e l’Ufficio tecnico non riesce a fornire tutti i cartelli necessari? Perché il posteggio di Piazza Marinai d’Italia è sempre o quasi libero? Forse per favorire la sosta delle auto di proprietà degli inquilini del Comune di Pieve o per favorire la sosta delle auto di proprietà dei dipendenti della Polizia Municipale?


Perché ci sono ancora molti passi carrabili senza il cartello di autorizzazione rilasciato dalla Provincia di Genova o dall’Anas? Eppure la Polizia Municipale di Pieve e il Comune avevano chiesto la regolamentazione degli accessi carrai già molti anni fa. A questo proposito vi segnaliamo due casi incredibili. Il portico-garage-posteggio del Comune non ha l’apposito cartello. Forse il Comune non ha questo obbligo come qualsiasi altro cittadino? Il cancello carrabile e il garage della ex-Villa Betania non hanno l’apposito cartello. I lettori conoscono molto bene quale sia la nostra opinione sull’operazione ex-Villa Betania condotta come sempre a vantaggio di alcuni singoli privati e a svantaggio della collettività. Come sempre avviene a Pieve, di variante in variante siamo arrivati al parcheggio privato con box attuale con uscita pericolosissima su una curva cieca di via Roma. Ci chiediamo se abbiano ottenuta l’agibilità, visto che si apre su una strada provinciale e non rispetta le norme del codice stradale. Era inevitabile che prima o poi ci scappasse l’incidente. Infatti, nella settimana precedente la Festa della Mimosa, è accaduto ciò che era prevedibile: l’auto di uno dei proprietari dei box di Villa Betania, uscita dal garage si è scontrata con un’altra auto che sopraggiungeva in discesa lungo la via Roma. Per fortuna l’incidente non ha avuto gravi conseguenze. Alla guida dell’auto investita c’era l’ex-sindaco Felice Migone. Non ci piace il ruolo delle Cassandre, però questo pericolo l’avevamo già segnalato e l’Associazione Italia Nostra aveva anche inoltrato al Servizio Viabilità e Trasporti della Provincia di Genova una memoria in cui evidenziava la pericolosità dell’ubicazione scelta per l’uscita del parcheggio, in quanto per le auto in discesa lo spazio di frenata è inferiore a quello prescritto dalla legge. Tutto questo dimenticando che la legge avrebbe previsto per questo parcheggio un’uscita all’interno dell’ex parco di Villa Betania.


Perché l’Ufficio tecnico del Comune scoraggia chi chiede di avere una copia del Regolamento Edilizio Comunale, dicendo che ormai è obsoleto? Non ci risulta che sia ancora entrato in vigore quello nuovo, il cui incarico è stato affidato all’architetto Peruggi, “brillante progettista” della nuova e, quella sì, già obsoleta piazza San Michele. I proprietari di immobili di Pieve dovrebbero fare molta attenzione ed allarmarsi perché potrebbero veder sorgere ed incombere a pochi metri (esattamente 1,50 m o anche meno) dalla propria casa o confine un nuovo fabbricato o terrazzo o piscina o altro costruito dal vicino confinante. Infatti questo è quello che prevede il Codice Civile. Ma perché non si applica il Regolamento Edilizio ancora in vigore che prevede distanze ben superiori? Esattamente 8 m tra casa e casa e 4 m dal confine. Questo è il limite più basso per le zone di Pieve ad alta edificazione, ma che aumenta per le case sparse. Il nuovo Regolamento Edilizio in preparazione quale limite prevederà? Quello minimo del Codice Civile che si applica solo nelle zone popolari o altamente edificate della grandi città? Consigliamo di vigilare in modo da sapere esattamente cosa contemplerà il nuovo Regolamento Edilizio!


Perché si continuano a costruire box? La box-mania ha colpito ancora. Ci sono ben 16 cantieri aperti da Nervi a Camogli lungo l’Aurelia, dove si scava in modo devastante la collina. Che prima o poi franerà, come è successo a Pieve, perché la natura non perdona. Ci chiediamo come mai il Comune di Pieve abbia dato la licenza di costruire un altro garage accanto a quello, quasi già quasi terminato, in prossimità di Via XXV Aprile 145? Ce n’era veramente bisogno? O siamo di fronte ad un’altra speculazione edilizia? Gli alberi d’epoca e importanti che c’erano nel grande parco di Villa Massone che fine hanno fatto? Tagliati. Ci diranno che saranno rimessi al loro posto. Ma tutti sanno che fine faranno. Quella dei loro fratelli della Piazza San Michele. Moriranno. E allora al loro posto spunteranno degli stentati alberelli, come quei ridicoli ulivi in vaso messi sopra il garage di Villa Betania.


Perché comprare i fustini di detersivi? Meglio quelli alla spina che si acquistano per esempio a Recco o a Nervi nel negozio IPER SOAP. Rifornirsi è molto facile poiché, dopo la prima volta nella quale viene consegnato il contenitore (il costo varia dai 0,65 ai 0,90 centesimi), la ricarica la si gestisce in prima persona. Ecco i costi. Per detersivo per i piatti, 1€ al lt; per la lana, 1€10 al lt; per la lavatrice e a mano, 3,90 € per 3 lt. Per ammorbidente, 2€ per 2lt. Risparmio garantito, qualità assicurata e riduzione di imballaggi inquinanti. Da provare.


Perché il periodico Il Levante ha scritto che a Pieve è molto difficile tagliare un albero ed è necessario che sia morto? Tutti abbiamo visto quanti alberi siano stati abbattuti con estrema facilità in questi anni (a Villa Betania, a Villa dei Pegua, alla Chiossa, nel giardino del Comune, in Piazza San Michele, nella piazza antistante lo Scalo Demola, lungo Via Roma...). Gli ultimi in ordine di tempo sono i due stupendi eucaliptus che spiccavano da lontano in via Consiglietto. Strano che l’assessore Buzzo che abita proprio lì vicino non se ne sia accorto. Eppure gli alberi, in tutta Pieve, spesso sono vivi, vivissimi. In molti sappiamo quante altre piante – a partire dalle 100 e più previste dal progetto di ristrutturazione di Villa Marietta – verranno presto abbattute. Siamo quindi di fronte ad una veniale leggerezza o è la solita informazione parziale che privilegia l’interesse economico di pochi? Da tempo abbiamo l’impressione che gli articoli pubblicati su Il Levante non siano oggettivi. Ci permettiamo di dare un consiglio alla redazione di questo periodico: la prossima volta, prima di fare vignette o scrivere un articolo su Pieve, è bene sentire il parere di chi ci abita, dell’Amministrazione Comunale, delle forze politiche, delle associazioni che vi operano e magari anche della nostra associazione memorie & progetti che da sempre si occupa dei problemi del territorio. È una regola imprescindibile per chi fa informazione: raccogliere più fonti possibili. Solo così si ha (e si dà) un panorama completo e una più oggettiva informazione. Solo così si riesce ad avere una maggiore credibilità, aumentare il proprio radicamento sociale, vendere più copie e, soprattutto, scoprire un paese civile ed informato, dove si cerca, con serietà, di trovare una risposta alle tante difficoltà, sia individuali sia collettive, che i tempi problematici impongono. Perché nel famigerato quadrivio di via Massone i lavori sono fermi? La strada sembrava transennata addirittura dalla polizia municipale, per lo meno così dice il nastro affisso, ma tutto è abbandonato, l’edera cresce impietosa, e cosa significa quel cartello abbandonato in un angolo che dice “Divieto di transito ai mezzi autorizzati per lavori dal 6 ottobre 2008”? Quali lavori? e quali mezzi autorizzati? Speriamo che l’Amministrazione ci risponda. Eppure il cartello è a carico della ditta e l’autorizzazione è subordinata al rispetto delle regole, che oltre alla sicurezza del cantiere pone l’obbligo dei cartelli.


numero letture  956 

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