Periodico dell'Associazione memorie & progetti

 

 
DAL SITO DI MARCO PREVE - Creuze maggio 2009
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DAL SITO DI MARCO PREVE

Trenette e Mattoni-Storie di cemento in Liguria

In veneto 300, 170 in Toscana e in Liguria quanti siete? Parlo di comitati, gruppi, associazioni, chiamateli come volete, ma si tratta alla fine di cittadini che hanno come unico obiettivo quello di difendere il loro territorio. Chiariamo subito: qui non si parla di pulsioni leghiste del tipo “nessuno e niente in casa mia”. Non è così, anche se molti politici, amministratori, manager pubblici, banchieri e imprenditori, bollano questo fenomeno come il partito del no, dell’antipolitica e via dicendo. Balle che si dicono quando si è a corto di argomenti. In larga parte si tratta di persone che vogliono unicamente difendere la qualità della loro vita e della loro comunità salvaguardando alcuni parametri fondamentali come il territorio, l’ambiente, il paesaggio. E rinunciando magari a qualche lucroso vantaggio immediato venendo a patti con speculatori e affaristi. La faccio breve. Qualche sera fa, ad un dibattito cui ho partecipato c’era anche Francesco Vallerani, un docente dell’Università di Venezia che si batte da anni per salvare il territorio e non si è fatto spaventare da denunce e querele per i libri che ha scritto contro i cementificatori. Vallerani spiega che in Veneto sono più di 300 i comitati a fronte di circa 600 comuni. In Toscana sono 170 e stanno crescendo. E in Liguria? Mi piacerebbe avere un quadro complessivo del fenomeno. Parlo di gruppi di persone che si sono attivate in qualche modo per battaglie urbanistiche, ambientali, che sia la creazione di un porto, un quartiere, una piattaforma, la trasformazione di ex aree industriali, oppure un autosilos, dei box, una casa, degli alberi abbattuti. Ogni giorno ne scopro di nuovi e più passa il tempo più il livello di conoscenza è alto, il tono serio e le motivazioni profonde. Come ad esempio questo del ponente Ligure che si fa conoscere attraverso il suo sito Praugrande. Ma da Ventimiglia a Sarzana gli esempi non mancano. Se avete voglia aiutatemi in questo censimento. Meglio intervenendo sul blog, oppure, per i più pigri scrivendo alla mia mail m.preve@repubblica.it e www. preve.blogautore.repubblica.it


L’Italia è una Repubblica fondata sulle piscine. Dei milionari russi.

Se in alcuni punti il Mar Ligure è zozzo e pericoloso ecco il consiglio illuminato dell’architetto di Treviso Gianfranco Trabucco: fatevi la piscina. Se a qualcuno potrà sembrare la classica scusa del solito riccone per costruire l’ennesima piscina in riva al mare… beh, libero di farlo. Anche perché, in effetti, alcuni indizi ci portano proprio in quella direzione. La località è Pieve Ligure, incantevole paesino tra collina e mare direbbero le guide, e la piscina in questione è quella che si sta realizzando davanti a Villa Marietta, dimora da sogno a due passi dal mare. Per la cronaca l’ha acquistata per 15 milioni di euro un magnate russo e l’intera operazione sta suscitando le proteste dei cittadini raccolti in un’associazione che da anni si batte per la salvaguardia del proprio territorio e si chiama memorie & progetti e pubblica il periodico Creuze di Pieve. Una delle battaglie riguarda proprio la variante con cui l’amministrazione comunale ha permesso alcuni interventi all’interno del parco vincolato dalla Soprintendenza. E uno dei punti caldi è appunto la piscina stile Beverly Hills. Ma guai dirlo all’architetto Trabucco. Lui è addirittura indignato dalle contestazioni perché spiega di aver scelto i migliori professionisti in tutti i campi per garantire all’intervento di recupero la massima compatibilità ambientale. E rilancia affermando che prima che arrivasse il suo cliente milionario la villa andava in malora e nessuno diceva niente. Ma quando si arriva all’argomento piscina, che l’architetto chiama vasca, e che dice aver progettato ispirandosi alle fontane e alle vasche della tradizione ligure, qualche dubbio viene. La piscina diventa infatti una sorta di autodifesa dalle insidie della nefanda costa di Pieve Ligure: “Lei è mai entrato in costa con i coliformi fecali. Ci sono gli scarichi che vanno in mare. E poi la difficoltà oggettiva di entrare in mare per via della scogliera. Proprio a villa Marietta è successo un caso, che una ragazza è morta perché ha sbattuto la testa. Non sono scuse è la realtà. E poi la piscina è un diritto. E io ho cercato di fare la miglior piscina possibile in quel posto”. Insomma, anche se i padri della Costituzione della Repubblica Italiana l’hanno scordato, pare che la piscina sia diventata un diritto fondamentale dell’uomo. O perlomeno dei milionari russi. Fate un fischio a Berlusconi, facile che il prossimo disegno di legge preveda sgravi fiscali per i proprietari di ville ancora sguarnite di piscine. Pardon, di vasche.

Marco Preve


numero letture  827 

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