Periodico dell'Associazione memorie & progetti

 

 
LETTERE… LETTERE… LETTERE… - Creuze maggio 2009
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LETTERE… LETTERE… LETTERE… 

Ancora una volta ricordiamo ai nostri lettori che tutte le lettere, fotografie ed e-mail devono essere firmate con nome e cognome e deve essere indicata espressamente l’autorizzazione a pubblicarle. Purtroppo riceviamo numerose lettere, foto ed e-mail di lettori che poi decidono di non voler vedere pubblicato quello che hanno scritto e fotografato con la propria firma. Cari lettori, abbiate più coraggio e meno paura di essere “equivocati o criticati”. Non fate come quello che lancia il sasso e poi ritira la mano. Esprimere il proprio pensiero è un diritto tutelato dalla Costituzione. E Pieve ha bisogno delle vostre idee per rompere la “camicia di forza” dell’omertà che l’avvolge.

Risposta ad uno sconosciuto
Cari Pievesi, ho letto un articolo scritto da persona a me sconosciuta che si affaccia da una finestra spalancata e che con strana indifferenza dice di far rifare la piazza della Chiesa dalle stesse persone che l’hanno distrutta. Caro Signore, le rispondo che prima di apologiare il disastro della defunta piazza, calpestata selvaggiamente nel male, apprendo adesso che cercate di aggiustarla nel peggio. Caro Signore, la piazza era stata progettata da un architetto pievese a regola d’arte, curata nei minimi particolari. Si ricordi che era degna di essere ammirata e comodamente praticata, aveva un significato ornamentale, romantico e armonioso, con un movimento cangiante, coronata da ricchi sedili rialzati con pietre faccia a vista (una caratteristica pievese) terminanti con una cornice di preziose piane di granito bianche e nere. Era l’unico gioiello del Paese, aveva una bella veduta di pregio decorativo per tutti i Pievesi e molto apprezzata dagli stranieri. Oggi come Lei ce la descrive parlando di livelli (forse non sa cosa sono) risulta una spianata in discesa, nuda, che sembra una piazza d’armi e deve comprendere – caro Sconosciuto – che questo strazio distruttivo rimarrà scolpito con grande amarezza dentro di noi Pievesi come una ferita sempre aperta, perché i responsabili hanno calpestato il decoro del paese, sconfinando nel cattivo gusto e nell’analfabetismo. Caro Signore, questi non sono stati eventi sfavorevoli, come scrive Lei, ma bensì solo disastri imperdonabili e pagati ingiustamente, con molto denaro pubblico, dai cittadini. L’ampliamento orribile di quelle gradinate di cemento che sembrano uno stadio, cemento che sulla piazza non è mai esistito e, ancora, vanno aggiunti i mostruosi cerchi infernali ‘secca-alberi’ (demoliti nei giorni scorsi, ndr). Mi chiedo perché si continui, con tali banali e ridicoli articoli, a tormentare un prezioso e ornamentale ricordo. Riguardo ai livelli, caro Signore, è meglio tacere. Sì che a ponente c’erano quattro gradini ma non vi è mai cascato nessuno mentre lei non vede e non conta la falsa larga gradinata che inizia dalla fermata dell’autobus con gradini alti sei centimetri che non si vedono. Però sovente si vede cascare la gente. Quello è un vero inciampo architettonico e un vero inganno del camminare. Gli alberi che Lei giustifica, senza competenza dicendo che erano vecchi, erano invece belli, fiorenti e molto vegetativi con un bel verde in forza. La morte del cedro non è dipesa dall’incendio perché ne era molto distante. Gli alberi sono stati tutti seccati dalle colate di cemento liquido il quale contiene una sostanza chimica micidiale che cola e penetra nelle radici degli alberi. Lo dico per esperienza. Per quanto concerne la pavimentazione vi è stato, fino dall’inizio, un disastroso e completo sbriciolamento. La piazza va rivestita subito ripristinando i suoi carrubi molto efficaci nel crescere (vedi quelli del sagrato) in luogo dei lecci che sono lenti nel crescere e occorrono molti anni prima che siano ornamentali. E poi perché bisogna andare a prenderli a Pistoia? Per spendere un po’ di più? Abbiamo dei buoni vivai anche in Liguria! Caro Sconosciuto, mi scusi ma Lei suggeriva il d’affare già pronto da fare. Signore, creda che per fare bella figura è meglio non giustificare mai il peggio. Cari Pievesi, speravo che il buon senso amministrativo scegliesse di rifare la piazza decorosa qual era prima chiamando come progettisti dei Pievesi o persone da molto tempo residenti e cioè ingegneri, architetti, geometri e tecnici molto valutati, capaci e quotati presso enti pubblici e privati che si sarebbero rilevati anche molto economici, equi e grati per l’interesse del Paese. Speriamo che i nostri tecnici riescano a farla come prima, era l’ultimo gioiello di splendore che avevamo in paese. Oggi non abbiamo più niente di cui si possa gioire, hanno deturpato tutto. C’è rimasto il sole, il mare e la temperatura solo perché la natura non gli ha permesso di struggere anche tutto ciò. Paesani fate attenzione a ricordarvi in futuro che in paese abbiamo un gregge di pecore morte dove sotto la pelle c’è il lupo, sempre pronto a mettere mani e piedi nel piatto. Caro Signore a me sconosciuto, la saluto cordialmente, nonostante tutto, e spero di poter continuare ad illuminarla sul mio accorato paese.
Daniele Danilo Montobbio

Caro Montobbio, pubblichiamo sempre le sue lettere, puntuali, ma forse un po’ enigmatiche. Forse sa-rebbe opportuno che fosse più chiaro nei suoi riferimenti a persone e cose e più sintetico. Per motivi di spazio. La Redazione

 A proposito di opere pubbliche
Ciao a tutti, volevo aprire un piccolo dibattito pubblico sulle opere pubbliche (e non) e sul vostro modo di porvi in relazione ad ogni sasso che si muove nel nostro comune. Ad esempio la piazza a Pieve Alta; occorre riconoscere che pur con errori palesi è stata realizzata una piazza migliore di quella che c’era; vi ricordate la bella striscia di asfalto? Lo stesso mio parere vale per alcune delle opere da voi criticate da tempo: Orlane, Picco, Pegua. Vi ricordate come erano prima? Erano poi tanto ambientalmente compatibili? In sintesi il mio pensiero: apprezzo Creuze quando denuncia coraggiosamente lo spirito di legalità creativa che spesso accompagna la gestione di certe opere edilizie; vi seguo molto meno quando attuate una presa di posizione ideologica ambientalista in cui non capisco dove volete arrivare; vi faccio una proposta: mi piacerebbe che voi esprimiate una vostra posizione chiara su come intendete Pieve nel presente e nel futuro, nei suoi aspetti ambientali ma anche sociali; io non l’ho mai percepito in modo chiaro dai vostri articoli e ciò sinceramente mi dispiace perché credo ci possano davvero essere molti aspetti innovativi ed interessanti nelle vostre proposte; mi farebbe piacere vedere su Creuze un dibattito su questo argomento. Magari allargato ai lettori. Penso che la Pieve attuale sia fondamentalmente senza idee e navighi a vista. Credo che un contributo in tal senso di memorie & progetti possa aiutare a far riflettere, anche chi ne è poco aduso. 
Roberto Dalloro 

Caro Dalloro, le tue domande e le tue perplessità costituiscono per noi un utile stimolo per riflettere sulla nostra attività e sul ruolo del giornale. Proviamo ha chiarire alcuni aspetti.
• Occorre tenere presente che Creuze ha oggettivi limiti economici, umani e culturali e, soprattutto, ha un ruolo preciso: quello di informare i Pievesi sui fatti di rilievo collettivo, di indagare e sensibilizzare. Ma non molto di più perché sennò sarebbe altra cosa, con altra funzione. Ci vorrebbero altre forze, altri interlocutori ed altre finalità. 
• Creuze deve essere visto/letto in continuità con altre iniziative sempre promosse o organizzate dall’associazione memorie & progetti. Non puoi non ricordare che le tante cose messe nel tempo una dietro l’altra danno concrete indicazioni sulle possibili alternative, sulle migliori pratiche perseguibili. Abbiamo portato alla pubblica attenzione splendide esperienze amministrative, specifici saperi, apporti i più diversi. Ti pare davvero così poco? 
• Quando parli di posizione ideologica ambientalista cosa intendi? Ognuno di noi ha la sua idea/visione di ambiente, sviluppo economico, sostenibilità e tu avrai la tua. È normale che vi siano posizioni e prospettive diverse. Ma per Pieve, cosa intendi? Tra noi abbiamo trovato un minimo comune denominatore provocato da chi è al potere da quasi 20 anni che, da quando nelle persone è venuta meno la sensibilità/ militanza ambientalista, sta sfigurando e lordando il nostro Paese. Non te ne accorgi che da un eccesso si è passati ad un eccesso di segno opposto? E le opere da noi criticate e da te citate sono una grande occasione mancata, sono il triste risultato di una arretratezza culturale che Pieve non meritava. Come la Piazza, per l’appunto, ridotta prima ad uno straccio asfaltato e poi totalmente annullata, piegata a chissà quale miope o interessata idea architettonico-sociale. La Piazza, prima dell’asfalto, era una stupenda piazza e con buona probabilità bastava rispettarne la configurazione originale. E mentre ci godiamo lo spettacolo progettuale e realizzativo della nuova Piazza San Michele nessuno prende per il bavero nessuno. Anzi, forse lo stesso signore che l’ha progettata sarà incaricato di rivedere il regolamento edilizio o, ancor più, di stendere il nuovo piano regolatore. Cosa ne pensi? Saremo lieti di allargare il dibattito. 
La Redazione 

Pievesi
Arrampicati sul mare, 
come lucertole ai muri. 
Radici che mai potrai lasciare, 
se della tua vita ti curi. 
Se foglia al vento sarai, 
per cercar vanto e cose, 
vagabondo nel mondo andrai, 
a sognar di tornar 
dove vita ti pose. 
Mauro Bertocchi 

numero letture  797 

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